sabato 7 aprile 2012

Quasi sul Monte Bianco

Primo tempo: Patata 1 - Mela 0 ... Ma Mela vince la partita! e così nonostante una zuppa di patate sulla tastiera, il mio MacBook è ripartito. Sembra sano e salvo. L'importante è che duri fino al rientro di questo viaggio.


Oggi ho percorso il tratto da Dingboche (4.410 metri) a Chhukhung (4.730 metri) in 2 ore esatte! Questa volta al passo con The Legend e i Karbon. Che soddisfazione. Il meteo è così così, nuvoloni bassi, nevischio e tanto freddo a causa dell'effetto wind-shield. Dalle 11 siamo rintanati nel lodge Yakland tutti in adorazione di una stufa (a sterco di yak, che non puzza, ma anche se puzzasse sarebbe stimata allo stesso modo) che viene puntualmente accesa alle 16. Non prima, casomai dopo. Il generatore fa le bizze e di conseguenza tutti i nostri bizzarri (in questa situazione) strumenti elettronici non funzionano ed è l'occasione per raccontarcela. Gli aneddoti dei fratelli Karbon ci accompagneranno per tutta la vita... ce n'è da scrivere un libro sulle loro scorribande giovanili! Mi piace talmente il cerchio di chiacchiere intorno alla stufa, che rimango anche dopo che i miei compagni se ne sono andati a letto e il loro posto viene preso dagli sherpa che passeranno la notte nella sala comune. Non capisco una sola parola di quello che dicono, ma lo stesso mi sento parte del gruppo. Solo quando dicono "didi" (=ragazza), so che stanno parlando di me. Ora vado a letto perché domani ci aspetta la salita al Chhukhung Ri, 5.555 metri. Ho avuto l'autorizzazione ad unirmi al gruppo, ma so che per me non sarà una passeggiata...


Partenza da Dingboche ore 9.00



Pausa té al limone con Jagat Limbu e Helmut Karbon

 Il memorial dedicato a Jerzy Kukuzca


Col sacco a pelo in attesa dell'accensione della stufa

 In adorazione... Evviva!

The Legend ci fa una sorpresa: i popcorns!!! Ed è subito festa

Le chacchiere serali intorno alla stufa... Non avevo detto che non c'è luce?






venerdì 6 aprile 2012

Siamo in vetta al Cervino!

Ieri sera io e Hans Peter ci siamo persi trasferendoci dalla riscaldata e accogliente sala comune alla ghiacciaia dormitorio… Non avevamo bevuto, a parte i soliti litri di té al limone.  Semplicemente stava nevicando da un paio di ore e la neve, anche quella sulla pila frontale, ci ha fatto perdere la via… 


Fuori dal dormitorio

Lo stesso posto al nostro arrivo, poche ore prima.


Il paesaggio di questa mattina bianco e ghiacciato mi ha fatto credere di aver volato durante la notte a cavallo del drago di Harry Potter… Nessuna traccia della terra rossa costellata di arbusti e rocce che ci faceva pensare di essere finiti, salendo salendo, in Arizona. Anche l’altitudine fa vedere miraggi lontani… Non solo il deserto.


Oggi è un giorno di meritato riposo, dopo due di camminata intensa. Da Namche Bazaar (3.443 metri) a Tengboche (3.800 metri) e ieri da Tengboche fino a qui, Dingboche (4.410 metri).






La prima parte per me è stata durissima. A parte il saliscendi “estremo” e senza fine, su e poi giù fino al fiume e poi su di nuovo e poi giù di nuovo fino al fiume e poi su di nuovo e giù e su.  Nell’ultimo tratto, in mezzo al bosco con alberi altissimi, senza orizzonte e senza visuale laterale, mi sentivo soffocare. E’ stato il primo momento in cui la fatica ha preso il sopravvento su tutti i sensi. Tranne uno. Il profumo intenso dei pini mi regalava un po’ di sollievo. Ogni tanto. Quando c’era lo spazio per il sole di filtrare, e il mio campo visivo era limitato dalla visiera ai miei piedi e alla sabbia che calpestavo, ecco in quel momento sognavo di essere in pineta… al mare, nel corto tragitto, e soprattutto a 0 metri slm, dal parcheggio al posto in spiaggia. Che saranno mai 5 minuti ancora? … L’ho detto che l’altitudine regala miraggi lontani… anche mediocri vanno bene per sopportare la fatica.  Sempre meglio che smadonnare, vero Alle? …


Qui è meraviglioso. Passo dal “ma che c… mi è saltato in testa?” al “quanto fortunata sono di essere qui”, nel giro di un minuto. Lo stesso tempo che ci mette il meteo a mutare completamente il paesaggio fuori dalla finestra del lodge. So che alla fine sarò solo felice di aver fatto questa esperienza, all inclusive, momenti di sconforto inclusi. In genere quelli sono legati alla fatica, al freddo, all'impossibilità di regalarsi una doccia. Cose da turiglioni e ciòccapiatti insomma.


Io, Alle e Dominik siamo in relax totale, dobbiamo recuperare le forze per stare i prossimi giorni al passo con gli altri. The Legend e i fratelli Karbon invece stanno arrivando a 5.200 metri per acclimatarsi e fare foto. 
Noi tre riviviamo la fatica riordinando le foto e ricordando alcuni dei momenti più tosti della salita. Certo per noi, questa è la salita!


Da Namche Bazaar a Tengboche:

Ho deciso di cambiare compagni di viaggio...

Non mi lamenterò più per un mese senza lavatrice... Giuro!

I campi di patate fino a quota 4.500 metri


 E si parte!








 Dalla mia personale ghiacciaia all'Himalayan Lodge si vede l'Everest.

 Si può adorare una stufa come una divinità? Sì si può.

Qui interrompo perché mi hanno accidentalmente versato una zuppa di patate sul Mac... Spengo in fretta e faccio asciugare incrociando le dita! Alla prossima! Spero.



martedì 3 aprile 2012

Piove piove la gatta


non si muove... I bambini giocano a biglie noncuranti dei nuvoloni minacciosi, mentre noi duri ci rintaniamo da Hermann Helmers. Oggi saremmo rimasti in ogni caso a Namche per permettere agli amici che ci hanno raggiunto ieri di acclimatarsi un po'. Il maltempo ha messo una pietra sopra all'eventuale dubbio se accelerare e ripartire con un acclimatamento approssimativo. Ieri prima cena tutti insieme allegramente. Simo The Legend, Jagat Limbu, Hans Peter e Helmut Karbon, Alle Tattoo, Dominik ed io. Con noi anche Angela, una ricercatrice di Como che lavora alla Piramide per il CNR, un altro ricercatore francese e una giornalista cinese, incontrati allo Sherpaland lodge.

Scorci di Namche






Ed ecco come io e Alle siamo arrivati fin qui.
30 marzo.

(Da Phakding) Il sentiero prosegue verso nord su per la valle del Dudh Kosi, circa 100 mt. sopra la riva occidentale del fiume. Dopo aver attraversato un ruscelletto il percorso sale su per la collina, per giungere dopo una cascata a Benkar (2700 metri) ed in seguito Chomoa. In questo tratto di sentiero i villaggi si alternano a lussureggianti foreste di rododendri, magnolie e abeti giganti. Si prosegue per Monjo, dove il sentiero entra nel Parco nazionale Sagarmatha (Everest), attraversando il Dudh Kosi e seguendone la riva occidentale. Si incontra il villaggio di Jorsale a 2850 metri per poi proseguire lungo il fiume e la valle ricoperta di boschi, da dove si gode uno scorcio dell'Everest oltre la cresta del Nuptse. Arrivo a Namche. 

Del trekking Alle Tattoo dice:
"Essendo io un Ciòccapiatti (vd video) avevo un'idea talmente diversa di questo trekking che pensavo:
fosse una strada solo in salita e invece è stato tutto un saliscendi;
che i ponti tibetani fossero in legno e corda e invece sono in acciaio;
di patire freddo e calpestare erba o lasciare impronte sulla neve e invece abbiamo sudato 7 camicie e mangiato tanta polvere.
La soddisfazione di arrivare per primi a Namche Bazaar, sarà un vanto per tutta la vita. Ovviamente solo perché siamo partiti prima, ma che c'emporta!?!"

Rufus dice:
"Come spesso accade, io sono partita informandomi poco sui dettagli di quello che venivo a fare. Mi piace farmi sorprendere e in questo caso l'idea era quella di NON farmi spaventare, di NON sapere quanta fatica o quanti ostacoli avrei dovuto affrontare. Tanto sarebbero stati gestibili, di questo ne ero sicura. Mi è piaciuto mangiare polvere, sentire che le mie gambe ce la potevano fare ma il mio fiato un po' meno, accelerare da idiota per poi subito dopo rallentare da saggia. Riempire lo zaino di bons bons per i bambini, davvero uguali in tutto il mondo, fare i ponti con il cuore in gola, almeno i primi, e poi divertirmi come al luna park, scoprire che è un trekking a portata di tanti non di pochi. Adorare il sole. Far girare il cilindro per purificare la mia anima e pregare con Jagat Limbu per avere più soldi... Sentirmi un nulla pensante in una natura che mi inghiotte. E sì, mi è piaciuto da matti arrivare per prima a Namche insieme ad Alle Tattoo. Il Ciòccapiatti + la Turigliona non hanno mai pensato di mollare, proprio mai, e ce l'hanno fatta! Evviva!"

Riorganizzazione della logistica per il team che rientra












Qui vedendo le facce di Rufus e Alle, 
il militare ha chiesto: "dove è il vostro sherpa?"






Belle le montagne! Peccato che il Ciòccapiatti 
e la Turigliona non sapessero di cosa si tratta...


Finalmente un segnale che stiamo per arrivare...




Evviva!