sabato 31 marzo 2012

When the going gets tough, the tough gets going.

(quando le cose si fanno dure, i duri vanno avanti)

Stamattina le cose si sono fatte davvero interessanti. 
Dopo che ieri in 8 abbiamo volato da Kathmandu a Lukla (2840 m.) e poi fatto il trekking da Lukla a Phakding (2610 m.), oggi il gruppo si è improvvisamente e drasticamente ridotto. Una parte è rientrata. Rufus ha invece deciso di continuare e Alle Tattoo ha fatto lo stesso. 
Quindi mentre Pemba Sherpa, Jagat Limbu il cuoco e Simo The Legend, sono stati impegnati nel risistemare i rientri, io e Alle insieme a due portatori abbiamo fatto il tratto di trekking da Phakding (2600 m.) a Namche Bazaar (3443 m.). In 7 ore (quando Pemba Sherpa ci mette 2 ore e mezza... o come dice Alle un marotoneta in moto). Comunque noi ci sentiamo felici ed eroi. Evviva!
Bellissima "passeggiata" e l'entrata in Namche è meravigliosa! Domani, dopo una bella dormita, racconteremo tutto!

Intanto io e Alle vi lasciamo con questo video dell'arrivo. 


Le parole di oggi sono: "sempre e comunque con le mie forze, le mie gambe e la mia testa". Evvai. Rufus + Alle

giovedì 29 marzo 2012

Domani si parte

Ufffff è difficile. Di solito arrivo in un posto e sono un fiume di parole. Questa volta il fiume scorre dentro di me. Penso agli amici e alla mia famiglia in attesa di notizie da Rufus, e non so da che parte cominciare.  




Chiudo gli occhi e mi tuffo nel torrente gelido.  Iniziando da uno statement importante: sono nella patria dell'alpinismo mondiale, ambito, desiderato, sognato, e sono qui nella mia solita veste di semplice amante del mondo, luoghi, tempi, persone. Come direbbe un mio amico, sono qui da perfetta turigliona (turista + ...gliona). Si mettano calmi gli alpinisti veri, io sono qui, felice di esserci, come un lenzuolo bianco, pronto a farsi scarabocchiare dagli esperti di cui sono circondata. Sono pronta a godere di ogni piccola e grande emozione che questo lontano angolo di mondo mi regalerà. Molte mie conoscenze pensano di meritarselo più di me. E hanno proprio ragione. Ma la fortuna è toccata a me, che ci posso fare?  :)

Questo è il viaggio più lontano che io abbia mai fatto.  Lontano dalle mie abitudini, lontano dalle mie certezze, anche quelle che sembrano incerte, lontano da tutto quello che in linea di massima e in dettaglio disegna la mia area di comfort.  
Rimanga collegato a Rufus chi desidera avere un quadro pennellato da una girovaga naif. Che in questo caso parte all'avventura, non preparata a niente e pronta a tutto e soprattutto, come sempre, parte desiderosa di condividere le pagine "disordinate" del suo diario. Non sono sicura di poter fare degli aggiornamenti regolari, ma farò del mio meglio.

Siamo un bel gruppo eterogeneo con una netta minoranza femminile: 1 (io) contro 8... E già questo sarà un'impresa nell'impresa... 9 italiani provenienti da metà Italia, il membro più meridionale è romano, e sufficiente a gettare il gruppo nel mood da film di Alberto Sordi all'italiana maniera. E' pure regista aò!  e sono sicura che l'averlo abbinato al film all'italiana maniera lo farà arrabbiare. 
Siamo arrivati a Kathmandu 3 giorni fa e domani mattina partiremo all'alba con un aerucolo per volare su Lukla. Da lì partirà subito il primo tratto di trekking per raggiungere Phakding. Primo passo verso il campo base dell'Everest, mia destinazione finale. Per gli altri qualcosa più in su...




Kathmandu. Ci ho pensato tanto a cosa dire di Kathmandu. Perché cercavo un sistema per non cadere nella tentazione di paragoni banali. Ma è inevitabile. Per me è un'esperienza completamente nuova. E' una città fuori dai miei schemi. Di più, è una città che mi apre a uno schema nuovo.  Forse per questo potere che ha e avrà su di me, l'ho adorata dal primo istante. Nonostante tutto, inquinamento, anche acustico e tanto, rovine veraci e attuali, e affollamento. Se faccio il gioco della parola, per me Kathmandu è uguale a caos. In tutta la sua profondità. Odori, colori, rumori. Forti, assordanti, destabilizzanti. Pesanti grovigli di fili di elettrici su dei pali improvvisati che diventano per forza pali della luce. Ammassi di cartelli promozionali multicolori fatiscenti come le pareti che li sostengono tanto che forse sono proprio i cartelli a sostenere gli edifici. Un brulicare continuo e senza apparente meta. 




Persone di ogni genere, livello, religione, colorata e grigia. Mescolata a scimmie, cani e mucche. La convivenza dei contrasti, Dei buoni e Dei cattivi, verdi isole silenziose (o quasi) come il Garden Dreams nel bel mezzo dell'inferno dantesco, ricchi iridescenti e poveri straccioni, alberghi con piscina e letti di pietra e vetro sui tetti di catapecchie improvvisate.  




E poi tante tante tante auto e moto.  Ecco il pericolo più grande che si corre in questa città, quello di essere investiti da un'auto o una moto. La guida è anglosassone a destra, ma poco conta visto che le strade sono strette e senza una linea di mezzeria. Ci metti troppo a capire da dove vengono e dove vanno, se sono a destra o a sinistra. Meglio non ragionare, aprire gli occhi e agire velocemente d'istinto.  La prima cosa che mi è stata detta è  "quando vai per strada a piedi ricorda che il pedone vale meno di zero".  Accipicchia se è vero! E' tutto un piiiittt perché una volta che hanno suonato il clacson sono solo affari tuoi se non ti sposti. Questo vale per tutti tranne che per le vacche. Loro no, sono sacre, quindi se una vacca è in mezzo alla strada, si fermano tutti. Non mi dispiace l'idea che per una volta gli esseri umani valgano meno di un animale. No non è male, anzi ci sta bene. 

Chiudo gli occhi e sento in lontananza suonare i clacson. Un'orchestra di soli piiiiiitt senza maestro. Instancabili.