domenica 26 dicembre 2010

Tentatrice L.A.

Pur amando molto gli Stati Uniti, l'essenza di Rufus è senza alcun dubbio europea - che può essere ancor oggi considerato un vantaggio per un esploratore del mondo...
Per questo qualcuno ha trovato bizzarra la scelta di Rufus di passare proprio il Natale, tradizione intoccabile, a Los Angeles, possiamo dire tra le città americane meno europee e meno legate alle tradizioni?  
Tante volte Rufus si è sentito fare la domanda "ti piace di più New York o Los Angeles?" "Los Angeles o San Francisco?" "San Francisco o New York?" "New York o Miami?" "la Florida o la California?"...  Queste domande non richamano forse il classico quesito rivolto ai bambini - alla mia epoca almeno, spero ora le cose siano cambiate -: "vuoi più bene al papà o alla mamma?"... A 6 anni pensavo che la domanda fosse davvero stupida...
Una volta detto che la sensazione di "casa", o saudade per dirla con i brasiliani, Rufus la prova a e per New York, per il resto credo valga una regola di base - in fondo la stessa che vale per le persone: ma quale tesoro accumuliamo entrando in contatto con tanta gente diversa e visitando più luoghi possibili e traendo da ognuno il bene che ci può fare e dare?

Il sole dicembrino inghiottito dal mare


















Pensando a Los Angeles, le parole che si mettono in fila sulla punta della lingua sono: celebs, lusso, fake, esagerazione, botox & c. , red carpet...  Nessuna di queste però rimanda alla possibilità che si ha qui di godere di una vita più confortevole.  Invece clima mite tutto l'anno e spiaggia - attrezzata per tutti gli sport possibili -, fanno capire che vivere o soggiornare a Santa Monica, Venice Beach, Malibù etc. significa anche gioire dei benefici naturali di una parte del mondo letteralmente baciata dal sole; è più facile qui avere e alimentare lo stimolo di mantenersi in forma anche solo correndo o andando in bici sulla spiaggia, oppure unendosi alle communities che si aggregano spontaneamente nelle aree riservate alla ginnastica, vere e proprie palestre open air.



Se la sveglia del mattino suona per una corsa in riva al mare illuminati dall'alba argentea, oppure dopo il lavoro ti aspetta un'ora passata a giocare a piedi nudi sulla sabbia come piccoli  Yuri Chechi agli anelli, Rufus dice che il paradiso si può nascondere anche nella artefatta Los Angeles.


A weird life!

Questa è la pagina del diario del 23 dicembre.
Da qui inizia il viaggio.

All’alba Rufus è partito – destinazione USA, nuovamente.  Entusiasmo, felicità, eccitazione eccetera eccetera, sono difficili da provare quando la sveglia suona alle 4.  Comunque partire per un break, sapendo di ritrovare amici lontani e di passare le feste in un modo meno tradizionale, sono tutti ottimi motivi per scattare in piedi al primo colpo di drin drin.
Ma la vita è davvero strana a volte e riserva delle sorprese, o gioca degli scherzi un po' cattivi, proprio quando meno te li aspetti.  
Un’altra banalità? Forse, però quanto spesso questo fa rima con verità?
Aeroporto – check in.  Solo una persona davanti a noi, forse due.  Ma Rufus è troppo assonnato per notare.  Finché il compagno di viaggio di Rufus non saluta e fa le dovute presentazioni.  Presentazioni superflue…
Pensate alla persona che nella vostra vita ha, come uno tsunami, spazzato tutto ciò su cui poggiavate i piedi.  Non importa se l’ambito è sentimentale, professionale, familiare.  Non importa.  Pensate davvero a un’onda gigantesca, che senza preavviso, colpisce la vostra casa e getta in pasto alla risacca i resti di quello che pensavate essere indistruttibile.  Io auguro a chi legge di non aver mai vissuto o vivere una situazione del genere, ma chi l’ha provata sa esattamente di cosa parlo.  A Rufus è successo.  Sono rimaste le fondamenta, perché quelle erano belle solide. 
Piacere Rufus.  E chi stringe la mano dall’altra parte è proprio chi, qualche tempo fa, originò, volontariamente e consapevolmente, quello tsunami.   E quando poi la vita decide di essere burlona, fa le cose davvero per bene, e così è successo che damblé Rufus si è ritrovato “l’Onda”come vero e proprio compagno di viaggio.  E sì che un 747 è bello grande…
Non c’è una morale alla fine  di questo racconto. Solo delle riflessioni a voce alta.
Di certo questa volta Rufus non ha passato il tempo del volo a studiare i must do’s del soggiorno in USA.  Piuttosto ha ripercorso ricordi e sentimenti di un’epoca della sua vita e cercato di capire come tutto ora possa essere così impolverato da quasi cancellare, quasi, una grande sofferenza.   Un colpevole da giustiziare?  Un esecutore infallibile?  O un’ulteriore vittima di un sistema fallato?  Mah! e soprattutto non ha importanza.
Ringraziato no, senz’altro non era da ringraziare – c’è sempre un giusto modo e un modo sbagliato anche per generare uno tsunami - però Rufus è stato felice di constatare che anche sentimenti come rabbia, delusione, tristezza, non propriamente positivi, se “ben” vissuti e soprattutto ben metabolizzati, possono essere un grande generatore di cambiamenti positivi.  Chiaro che un elemento neutrale, non controllabile, ha giocato un ruolo fondamentale in questo processo: il TEMPO.  Ecco… se non ci fosse stato il TEMPO di mezzo, un calcio sugli stinchi non gliel’avrebbe levato nessuno. ....  Altro che atteggiamento ZEN…
Ora Rufus si concentrerà sul viaggio.  Weird life weird life!

Happy Holidays